I CHOSE TO CLIMB

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I CHOSE TO CLIMB

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”2/3″][vc_column_text]con / with
Sir Chris Bonington, conduce Luca Castaldini (Gazzetta dello Sport),
con letture a cura di Andrea Damarco

 

[blockquote author=”” link=”” target=”_blank”]“Guardo all’arrampicata non tanto quanto al raggiungere la cima, quanto piuttosto allo scrutare dall’altra parte. Ci sono sempre nuovi orizzonti di fronte a te, altri orizzonti per andare oltre ed è questo che mi piace dell’arrampicare” [/blockquote]

In questa frase Sir Chris Bonington ci racconta tanto di sé: il guardare oltre, l’andare oltre. Come nella più radicata tradizione anglosassone, da Edward Whymper (che sotto questa montagna, il Cervino, scrisse forse la pagina più epica della storia dell’alpinismo), a Eric Shipton, a Smythe, Bonington ha raccontato in una quindicina di libri i suoi viaggi, le sue scalate, le sue visioni.
“I chose to climb”, ho scelto di arrampicare… così semplicemente… è il primo di questi. Ed è da questa scelta che si costruisce e si snoda tutta la sua carriera di esploratore verticale: dal Pilone Centrale del Freney nel 1961, in compagnia tra gli altri di Don Whillans, alla Parete Nord dell’Eiger in prima ascensione inglese, alla prima della Torre centrale del Paine in Patagonia, alle spedizioni sulle grandi pareti Himalayane dell’Annapurna e dell’Everest, alla salita dell’Ogre con Doug Scott e alla drammatica discesa, fino alla Cima ovest del Shivling e al massiccio Vinson in Antartide, l’estremo sud. I viaggi, le imprese alpinistiche di Bonington sembrano rispondere al richiamo primitivo ed innato dell’uomo, che è alla base di ogni esplorazione del non conosciuto: il desiderio di sapere e di vedere, di scoprire la terra. L’alpinismo gli ha permesso di andare incontro a questa scoperta, non senza rischiare talvolta di non tornare… ma anche questo fa parte del gioco. Sì può dire di essere veramente vissuti se, in un momento della nostra esistenza, non abbiamo dovuto sentire il cuore battere in gola per un rischio preso e scampato? Le pagine e le parole di Chris Bonington questo ci raccontano.

 

Sir Chris Bonington (Hampstead, 6 agosto 1934) è uno dei più importanti alpinisti viventi, scrittore e fotografo. Inizia la sua carriera alpinistica a 16 anni, nel 1951, e da allora il suo curriculum annovera diciannove spedizioni sull’Himalaya per la maggior parte come capo spedizione, tra cui quattro sull’Everest. Tra le sue innumerevoli prime salite: parete sud dell’Annapurna, Changabang, Brammah, Torre centrale del Paine, Pilone centrale del Freney, la parete nord dell’Eiger (prima ascensione inglese). Ha scritto diciassette libri e tenuto conferenze in tutto il mondo. Nel 1996 è nominato cavaliere per i suoi servizi all’alpinismo; ex presidente (1988- 91) della British Mountaineering Council, è subentrato a Sir Edmund Hillary come presidente onorario di Mountain Wilderness. Nel 2015 ha ricevuto il Piolet d’Or alla carriera. Continua a frequentare la montagna e nel 2014 ha festeggiato il suo ottantesimo compleanno salendo The Old Man of Hoy, isole Orcadi, via da lui aperta nel 1966.

 

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6 AGOSTO 2016[/vc_column_text][/vc_column_inner][/vc_row_inner][vc_gallery type=”image_grid” images=”713″ img_size=”medium”][/vc_column][/vc_row]