Mario Cavuto, ideatore del nuovo logo e vincitore del bando, racconta la genesi e l’evoluzione del suo progetto.
Ideare e progettare un logo non è una questione puramente estetica ma un complesso procedimento di analisi e trasformazione, durante il quale si entra in profondità nell’anima di un azienda, un prodotto o un progetto e lo si cerca di raccontare in modo convincenteal mondo, esaltandone le caratteristiche e i valori.
Tra le attività di progettazione grafica, è quella che preferisco e quella che richiede maggiore impegno, il risultato rappresenterà per anni, un gruppo di persone che lavorano per un unico fine, per questo ogni passaggio è importante e crea le basi per quello successivo. Un logo parla, racconta una storia in un linguaggio visuale.

Per il logo del Cervino CineMountain Festival non potevo che partire dall’inconfondibile silhouette del Cervino, in parte perché chiaramente presta il nome al festival e in parte perché a livello comunicativo l’ho trovato subito ricco di messaggi positivi, essendo unamontagna che marca il confine dividendo territori di due stati ma al tempo stesso unendoli.Una meta sportiva famosa, che ha segnato la storia dell’alpinismo, rafforzando il concetto di sana competizione, che trovo si abbini perfettamente a un evento di questa portata che celebra le eccellenze delle arti.
Serviva inoltre un simbolo che richiamasse subito al pubblico che si parla di cinema, e anche se le attuali tecnologie digitali hanno reso la pellicola obsoleta, nell’immaginario comune resta comunque una delle icone più significative del cinema, inoltre dona una nota romantica, rafforzando il collegamento al passato inteso come salvaguardia delle radici, quando l’arte del cinema era ricca di professionalità artigiane.

Una volta identificati i simboli mi sono divertito a schizzare delle prove su carta, mi aiuta adessere più creativo e meno legato ai vincoli della progettazione digitale. Ne disegno almeno dieci e ci dormo su una notte, riguardandoli a mente fresca riesco a valutarli meglio.
La pellicola cinematografica è stata riprodotta in prospettiva, a simboleggiare passato efuturo, apertura alle differenti culture e visioni. Le geometrie che la compongono sono basate su rapporti di proporzione in 16:9 in una sinergia tra passato e presente.
La sagoma della montagna invece è stata corredata da due “ali” che ne addolciscono la geometria e che evocano la forma di un podio, per simboleggiare la competizione.
Il passaggio successivo è stato la trasformazione in un file digitale, scomponendo le immagini in poligoni semplici e cominciando a lavorare sui i ritocchi, fino a che l’aspettogenerale non mi ha convinto del tutto.
Ho sentito tante frasi a effetto sulla progettazione dei loghi, ma io semplicemente credo un buon logo non deve essere solo bello da vedere ma descrive un”idea, racconta da dove si viene e dichiara dove si vuole arrivare.
Mario Cavuto
Graphic & Industrial Designer