LE MONTAGNE DEL SILENZIO

Martedì 6 agosto 2019, in collaborazione con il Cervino CineMountain Festival, torniamo a Valtournenche (AO), per un grande appuntamento tra letteratura e montagna.

Lo scrittore Erri De Luca incontra l’alpinista Nives Meroi per una serata di dialogo su montagna, libri e storie, silenzio.

Appuntamento alle 21.00 presso la Sala Polivalente Cretaz – Centro Congressi di Valtournenche (AO), via Carrel 5/a.

Addomesticate. Così appaiono le più famose montagne delle Alpi. E ora anche quelle dell’Himalaya. Addomesticate e affollate: code sulle creste e, perfino, sulle pareti. Che fine hanno fatto il sogno e l’ignoto? Dove è finita la meraviglia di essere gli unici uomini in un altrove agognato, dove la natura regna incontrastata e il frastuono della civiltà è ancora bandito?La solitudine è necessaria al silenzio, che è canto poetico del mondo verticale, dove solo il respiro dell’anima, dà senso alla vita. La ragione s’infrange, senza perdersi, nella poesia dell’arrampicare, in un gesto che ha il sapore della sopravvivenza. Il silenzio aiuta. E con lui le voci non umane. E ancor più quelle che non hanno vita, dallo scricchiolio del ghiacciaio al sospiro del vento, che tra- scina vortici e svuota l’atmosfera.Le montagne del silenzio offrono una dimensione dimenticata, dove l’uomo ha la possibilità di ritrovare sensi sopiti in un ambiente che non può accoglierlo. Pioniere di se stesso, egli conosce l’alpinismo, troppo sovente tradito dalla tecnologia e, oggi, impastoiato da una nuova offerta economica, quella del turismo d’alta quota che il silenzio strangolanel clangore delle troppe cordate di uomini intenti a inseguire la propria vanità.Ma oltre l’etica, oltre la ricerca dei valori, i silenzi di leopardiani “infiniti spazi” debbono essere scovati e respirati, per poter abbracciare con la forza della coscienza e la libertà della poesia il proprio lavoro di ogni giorno, sia esso quello dello scrittore, dell’alpinista o dello scienziato. A tutti loro, infatti, non possono mancare “gli appigli” per scalare l’ignoto e nutrire lo spirito di meraviglia, affinché da quelle sensazioni nasca l’urgenza di condividere, di comunicare, di dare voce alla montagna.Perché, come ci ricorda l’alpinista francese François Damilano: “L’alpinismo non esiste senza un racconto”. Alpinismo significa umanità.