Edizione 2015

GRAND PRIX DES FESTIVALS – CONSEIL DE LA VALLÉE:
DEFAID A DRINGO (THE CLIMBING SHEPERD)
Di Alun Hugues, (Spagna, 2014, 49 min.)
Quest’opera è un bellissimo ritratto d’osservazione di un grande e talentuoso climber che ha resistito al richiamo della carriera professionistica. Un uomo rimasto fedele alle sue radici lavorando la terra dei propri avi gallesi e diventando un pastore, ma al contempo rifugiandosi tra le rocce nel suo tempo libero. Sfidando le condizioni climatiche del Nord del Galles, Alun Hughes riesce a catturare con maestria la bellezza del paesaggio e l’affascinte personalità di Loan Doyle.

This is a beautifully observed portrait of a hugely talented climber who resists the professional path. Instead he remains true to his roots, working the land of his native Wales and becoming a shepherd, while still escaping to the rocks in his spare time. Despite the challenging climate of North Wales, Alun Hughes’s captures both the beauty of the landscape and Doyle’s engaging personality.

PREMIO CAI PER IL MIGLIOR FIM DI ALPINISMO, AVVENTURA E ESPLORAZIONE:
CERRO TORRE: A SNOWBALL’S CHANCE IN HELL
Di Thomas Dirnhofer (Austria, 2013, 103 min)
Il fascino del Cerro Torre e della sua storia, le incredibili doti, il coraggio e la perseveranza di David Lama e del suo partner Peter Ortner, ci fanno dimenticare immediatamente lo spirito commerciale di questa produzione a grande budget. La sequenza finale in cui Lama affronta in free climbing gli ultimi metri di parete del Cerro Torre, lascia con il fiato sospeso grazie anche alle riprese aeree più emozianti viste sin’ora.

We had reservations about the overt commercialism of this big budget production. But we admired the incredible skill, courage and perseverance of David Lama and his partner Peter Ortner. The final sequence of Lama free climbing the last few metres on Cerro Torre’s headwall was a thrilling cliff hanger with some of the most terrifying aerial shots we have seen.

PREMIO MONTAGNE D’ITALIA PER IL MIGLIOR FILM ITALIANO
NINI’
Di Gigi Giustiniani e Raffaele Rezzonico, (Italia, 2014, 65 min.)
Tutti conoscono il grande alpinista italiano Gabriele Boccalatte, ma quanti di noi hanno sentito parlare di sua moglie, Ninì Pietrasanta? Lavorando con alcuni preziosi 16 mm restaurati, fotografie d’epoca e brani tratti dai diari dei due protagonisti, gli autori sono abilmente riusciti a comporre una fotografia straordinaria dell’alpinismo di allora, ma anche a dipingere i tratti di una toccante storia d’amore. A differenza di molti altri film di montagna, in quest’opera troviamo un perfetto equilibro e una straordinaria abilità di composizione generale, tra musica, narrazione e archivi.

Everyone has heard of the great Italian climber Gabriele Boccalatte. But how many people knew about his wife Nini Pietrasanta? Working with just some precious restored home movie footage, a photo album and diary entries, the directors have re-created not just the great age of Italian alpinism, but also a deeply moving love story. Unlike so many climbing films, this one made perfect use of music, narration and archives.

PREMIO SONY PER LA MIGLIOR FOTOGRAFIA:
KILLER SLOPE
Di Geertjan Lassche (Cine/Nepal/Paesi Bassi, 2014, 105 min. )
A tali estreme altitudini è difficile persino allacciarsi le scarpe; possiamo solo immaginare quale grande impresa siano state le riprese di quest’opera. Al posto di estenuanti riprese GoPro, la fotografia del film ci restituisce meravigliose sequenze capaci di catturare sia la straordinaria luminosità delle vette Himalayane, che la realtà umana più meschina, avida e fragile.

At extreme altitude it is hard enough to do up your boot laces. Filming requires a gigantic effort. Instead of endless shaky GoPro shots, the film team gives us beautifully framed sequences which capture both the luminous beauty of the high Himalaya, but also the sordid reality of human frailty and greed.

PREMIO FILM COMMISSION VALLÉE D’AOSTE PER IL MIGLIOR FILM VALDOSTANO:
SUL FILO
Di Joseph Péaquin (Italia, 2014, 73 min. )
Documentario immersivo che celebra le doti e la dedizione del Soccorso Alpino Valdostano, seguendolo nell’attività giornaliera e nelle diverse tipologie di intervento. L’opera esplora lo sforzo emotivo – in particolare del medico di elisoccorso – nel confrontarsi ogni giorno con i drammi e le tragedie personali degli infortunati.

This immersive documentary celebrates the skill and dedication of the Val d’Aosta Alpine Rescue Unit, following their day-to-day handling of random accidents. It also explores the emotional cost – particularly to the doctor on the team – of dealing every day with other people’s dramas and tragedies.

PREMIO DEL PUBBLICO
CERVINO, LA MONTAGNA DEL MONDO
di Nicolò Bongiorno (Italia, 2015, 67 min.)

Special mention:
L’ALPINISTA
Di Natale Fabio Mancari e Giacomo Piumatti (Italia, 2014, 46 min.)
Questo film riesce a catturare lo spirito più autentico dell’alpinismo grazie all’avventura di Gustin, un esempio di operosità, spirito di sacrificio e passione sincera per la montagna.
We thought this film captured the true amateur spirit of Alpinism, through a man who has devoted every precious moment of his spare time to escape to the mountains.

Special mention:
ALBERI CHE CAMMINANO
Di Mattia Colombo (Italia, 2014, 58 min.)
Il film merita una menzione anche solo per la lunga e lenta panoramica di apertura sulle foreste del Trentino. L’opera è un’elegante celebrazione della seconda vita del legno.
This film deserves a mention if only for the opening long slow pan through the forest of Trentino. A charming celebration of the continuing life of trees.

Edizione 2014

GRAND PRIX DES FESTIVALS – CONSEIL DE LA VALLÉE D’AOSTE
BEYOND THE EDGE
di Leanne Pooley (Nuova Zelanda, 2013, 90 min.)
Gran Prix ampiamente meritato per questa ricostruzione della conquista dell’Everest nel 1953.
Magnifica e coraggiosa realizzazione: magnifica per la bellezza delle immagini e per la capacità di restituire un’atmosfera che coinvolge e ci avvicina al gruppo degli alpinisti attraverso le loro emozioni, le gioie e le sofferenze; coraggiosa poiché anche ricostruire l’avventura di questi primi uomini sulla cima più alta del mondo non è impresa da poco, eppure il risultato ottenuto è perfettamente credibile.

PREMIO VIE DE MONTAGNE
Per il miglior film etnografico
CRONACA DI UNA VITA SEMPLICE
di Fabio Gianotti e Silvia Bongiovanni (Italia, 2014, 50 min.)
Per aver saputo raccontare una condizione, lo spopolamento delle valli alpine, attraverso un personaggio ritratto con sensibilità e senza invadenza, lasciando fluire il racconto attraverso i gesti quotidiani e parole a cui il dialetto conferisce una naturalezza ancora maggiore. Una riflessione che si intreccia con i suoni ed i ritmi della natura o della fabbrica, così come la vita stessa del protagonista.
Un personaggio che attraverso la sua passione e la sua forza si pone a metà strada fra modernità e tradizione con consapevolezza e caparbietà. La sua “vita semplice”, che così semplice non è, ci costringe a domandarci se bisogni che paiono irrinunciabili non siano altro che inutili orpelli mostrandoci che, dopotutto, una “terza via” è possibile.

PREMIO CAI PER IL MIGLIOR FIM DI ALPINISMO, AVVENTURA E ESPLORAZIONE:
TWO ON K2
di Dariusz Zaluski (Polonia, 2013, 46 min.)
A un film che ha saputo unire sapientemente il lieve racconto di una relazione sentimentale a quello di una grande impresa alpinistica, riuscendo a farci vedere come l’una possa sorreggere e guidare l’altra. Un film di alpinismo classico su due dei suoi migliori interpreti, lontano dai facili entusiasmi, dalle necessità televisive e dalla ricerca dello spettacolo.

PREMIO SONY PER LA MIGLIOR FOTOGRAFIA:
BEYOND THE EDGE
di Leanne Pooley Nuova Zelanda, 2013, 90 min.)
Per una fotografia classica e precisa che ha saputo unire magistralmente la ricostruzione della fiction con la documentazione degli archivi. Un lavoro attento, sempre mantenendo l’attenzione al cinema.

PREMIO MONTAGNE D’ITALIA PER IL MIGLIOR FILM ITALIANO
VINCERSI
di Mirko Giorgi e Alessandro Dardani (Italia, 2014, 46 min.)

Per aver saputo raccontare con sensibilità un aspetto poco conosciuto dell’arrampicata sportiva, quello dei climbers non vedenti del Cus di Bologna. Con delicatezza e scevro da qualunque ricerca di facile effetto, il film porta a conoscere l’emozionante percorso umano e sportivo di questi atleti, la straordinaria forza di spingersi oltre le difficoltà e verso l’appiglio successivo, in parete come nella vita.
Un film che riempie di stupore ed emozione per le doti sportive ed umane dei protagonisti, per la profondità del rapporto con gli istruttori, per la grande valenza educativa e sociale di questa esperienza.

PREMIO BELL’ITALIA
Per il miglior film sul patrimonio culturale e territoriale d’Italia
VOCI DALLA VAL MONTONE
di Massimo Alì Mohammad (Italia, 2014, 58 min.)

Ad un film caleidoscopico in cui i protagonisti, in modi differenti ma sempre meditati e consapevoli, riscoprono in chiave moderna tradizioni spesso e a torto considerate una zavorra. Tra le voci di chi è ancora portatore di quelle tradizioni e di chi le rielabora grazie ad un attento recupero di antiche pratiche dimenticate e di vecchie strutture destinate altrimenti all’abbandono, si ritrova una via al ripopolamento di questa valle dell’appennino romagnolo.

MENZIONE SPECIALE PER
PIERRE MAZEAUD, LA VIE EN FACE(S)
di Gilles Chappaz (Francia, 2013, 53 min.)
Dopo i ritratti di Lionel Terray, Gaston Rébuffat, Jean-Marc Boivin e altri grandi alpinisti che hanno segnato la storia, Gilles Chappaz, con la sua grande conoscenza del mondo della montagna, non ha esitato nell’impegnarsi a restituire il percorso eccezionale dell’alpinista e dell’uomo di stato, l’ex ministro Pierre Mazeaud, uomo tutto d’un pezzo, carismatico, franco, che non ha mai temuto di dire ciò che pensa.
Un grande alpinista, sopravvissuto alla tragedia del Freney, uomo dell’Everest e uno dei rari compagni di cordata di Walter Bonatti.

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Edizione 2013

GRAND PRIX DES FESTIVALS – CONSEIL DE LA VALLÉE D’AOSTE
Erhard Loretan, Respirer l’odeur du ciel
di Benoit Aymon (Svizzera, 2011, 52 min.)

Il film non è un film perfetto ma lascia spazio ad un’intensità tangibile e originale.
L’umanità del protagonista trasmette una visione dell’alpinismo e della vita che arriva ad annullare qualsiasi possibile riserva rispetto ad altri limiti del film.
Un film che si guarda non solo con gli occhi ma anche con il cuore, che sa toccare corde profonde raccontando il percorso di un uomo umile e straordinario.
Nella documentazione audiovisiva utilizzata spiccano sia una lunga intervista corale realizzata in interni sia i materiali 16mm realizzati in condizioni estreme ad alta quota.
Un alpinista che ha sviluppato un nuovo modo creativo di scalare l’Himalaya. Un artista dell’altitudine, ma soprattutto un essere umano che si e confrontato con i suoi limiti e con la responsabilità di scegliere in montagna come nella vita. Un film sulla montagna, sulla condivisione, sul senso della vita.

PREMIO CAI PER IL MIGLIOR FIM DI ALPINISMO, AVVENTURA E ESPLORAZIONE:
Art of Freedom
di Marek Klosowicz e Wojciech Slota (Polonia, 2011 70 min.)

Il film contestualizza l’alpinismo in uno spaccato del Ventesimo secolo. Nel regime che in Polonia rende dopo la Seconda Guerra Mondiale i confini del paese quasi invalicabili, l’alpinismo diventa per un’intera generazione uno degli strumenti possibili per uscire dal paese fisicamente e culturalmente. Soprattutto l’himalayismo, vissuto in condizioni climatiche estreme e con difficoltà di mezzi, si delinea come una delle possibilità di visibilità internazionale e di riscatto. Sia dal punto di vista prettamente alpinistico sia dal punto di vista sociologico, il film indica la possibilità, qui concretizzata, di leggere l’esperienza di montagna in una chiave collettiva e storica come desiderio ed esperienza di libertà per uomini e donne come Wanda Rutkiewicz, Jerzy Kukuczka , Wojtek Kurtyka.

PREMIO VIE DE MONTAGNE
NORTH OF THE SUN
di Inge Wegge (Norvegia, 2012 46 min.)
“il paradiso e qui? no, il paradiso è altrove”
Un film di formazione che accompagna i personaggi in un viaggio di scoperta di un rapporto di consapevolezza e responsabilità verso la natura. Anche nel presente della civilizzazione e della tecnologia diffusa non tutto e perduto. Nell’esperienza delle proprie capacita di sopravvivenza, come dei contemporanei Robinsone Crusoe, i giovani protagonisti si confrontano con le necessita del quotidiano in condizioni estreme riscoprendo la gioia e l’energia vitale del loro essere al mondo.

PREMIO SONY PER LA MIGLIOR FOTOGRAFIA
EXPEDITION TO THE END OF THE WORLD
di Daniel Dencik (Danimarca, 2013, 90 min.)
L’impatto visivo e sonoro di questo film immerge lo spettatore nell’immensità degli spazi di un continente aspro e affascinante. Un film di esplorazione che unisce la tradizione del cinema scientifico con il cinema delle grandi narrazioni.

MENZIONI SPECIALI

THE TUNDRA BOOK
di Aleksei Vakhrushev (Russia, 2011 60 min.)

La prima menzione ad un film che ha la capacità di raccontare in modo corale la vita quotidiana di una comunità nomade scegliendo uno stile semplice e asciutto che corrisponde alle esigenze narrative del soggetto del film. Il ciclo della vita e il ciclo delle stagioni sono messi in scena in uno stile rigoroso che non cede a tentazioni estetizzanti o esotiche.

SCHNEE
di August Pflugfelder
(Germania, 2012 73 min. )

La seconda menzione ad un film che ha il coraggio di affrontare un tema non facile ma importante per il presente della montagna contemporanea che si confronta con il turismo di massa. La montagna oggi deve fare i conti anche con questo.

Edizione 2012

GRAND PRIX DES FESTIVALS – CONSEIL DE LA VALLÉE D’AOSTE
GOODBYE TIBET
Maria Blumencorn
Il film ci ha toccati perché ci ha fatto conoscere un argomento di grande attualità che purtroppo viene spesso volutamente ignorato. Maria Blumencorn ci ha raccontato la storia di sei giovani fuggiti dal Tibet quando erano ancora bambini e degli uomini che li hanno aiutati, personaggi che lei ha conosciuto fin da loro arrivo oltre confine e che ha seguito e sostenuto per anni. Nel film traspaiono tutta la dedizione e la passione della regista per una causa che la ha portata a vivere momenti molto intensi e a volte anche difficili. Abbiamo apprezzato il film per la sua delicatezza e profondità, ma anche perché è stato diretto e realizzato molto bene.

PREMIO VIE DE MONTAGNE
PICCOLA TERRA
Michele Trentini

Con un linguaggio chiaro alternando sorprendenti immagini di repertorio, Miche Trentini ci fa entrare nella realtà della Valsugana. Lungo il film, senza mai stancarci, ci accompagna alla scoperta di personaggi che a modo loro vivono in questo luogo dove la vita è obiettivamente difficile. Il regista riesce con grande semplicità e senza forzature a darci numerosi spunti di riflessione su temi quali l’integrazione, il ritorno alla terra e il recupero di un territorio in abbandono.

PREMIO CLUB ALPINO ITALIANO PER IL MIGLIOR FILM DI ALPINISMO
GRAND LIBRE AU GRAND CAP
Beltrand Delapierre

I tentativi di una coppia di giovani alpinisti nella salita di una delle vie più difficili delle alpi, compiuta senza l’uso di mezzi artificiali di progressione sono ben documentati nel film attraverso immagini vertiginose e un montaggio semplice ma molto efficace. La loro determinazione, la consapevolezza delle loro capacità e l’affiatamento reciproco sono la chiave del loro successo.

PREMIO ECO MOUNTAIN
VIVAN LAS ANTIPODAS
Viktor Kossakowski

Questo film ci presenta un’immagine del mondo “sotto sopra”. Realizza attraverso una splendida fotografia un ritratto di luoghi e persone. La particolarità dei luoghi è che si tratta di antipodi, cioè di località situate alle opposte estremità del globo: Argentina e Shangai, Cile e il lago Baikal, Spagna e la Nuova Zelanda, Botswana e le Hawaii.
Il film, con il suo ritmo lento accompagnato da una musica appropriata, lascia ampio spazio allo spettatore per riflettere sull’unicità della terra e dei suoi abitanti. Per la giuria e per gli spettatori di oggi, questa è un’ode per gli spettatori di domani e forse un ricordo di quanto il pianeta fosse bello e il suo equilibrio delicato.

IL PREMIO SONY ITALIA
VOYAGE AU BOUT DE L’HIVER
Anne et Erik Lapied

Il film dimostra l’assoluta padronanza della tecnica di ripresa da parte degli autori. Con immagini realizzate in condizioni rischiose e a volte estreme, ci mostrano con precisione fotografica e ricerca dell’inquadratura la difficile sopravvivenza degli animali e degli abitanti della montagna, quando gli eventi climatici diventano eccezionali.

PREMIO DEL PUBBLICO
NON COSÌ LONTANO
Hervé Barmasse

Edizione 2011

GRAND PRIX DES FESTIVALS – CONSEIL DE LA VALLÉE D’AOSTE
PARE, ESCUTE, OLHE
di Jorge Pelicano (Portogallo, 2009, 97 min.)

Premio Festival per il miglior Grand Prix dei festival 2010/2011
SPACE TOURISTS
di Christian Frei (Svizzera, 2009, 98 min.)

Premio MONTAGNE PASSION
THE ASGARD PROJECT
di Alastair Lee (UK, 2009, 68 min.)

Premio VIE DE MONTAGNE
SUMMER PASTURE
di Lynn True e Nelson Walker (USA, 2010, 85 min.)

Premio MONTAGNE TOUTCOURT
EX AEQUO:

IL CAPO
di Yuri Ancarani (Italia, 2010, 15 min.)

1987-1993
di Marius Brandrud (Norvegia, 2010, 11 min.)

PREMIO CLUB ALPINO ITALIANO PER IL MIGLIOR FILM DI ALPINISMO
SHERPAS, THE TRUE HEROES OF MOUNT EVEREST
di Otto Honnegger, Frank Senn e Hari Thapa (Nepal-Svizzera, 2009, 95 min.)

PREMIO SONY PER LA MIGLIOR FOTOGRAFIA
ALPI di Armin Linke (Germania, 2011, 60 min.)

Premio ECOMOUNTAIN, Assessorato Territorio e Ambiente
GLI UOMINI DELLA LUCE
di Katia Bernardi (Italia, 2011, 50 min.)

PREMIO DEL PUBBLICO
SHERPAS, THE TRUE HEROES OF MOUNT EVEREST
di Otto Honnegger, Frank Senn e Hari Thapa (Nepal-Svizzera, 2009, 95 min.)

PREMIO FONDATION GRAND PARADIS (GIURIA POPOLARE DI COGNE)
SHERPAS, THE TRUE HEROES OF MOUNT EVEREST
di Otto Honnegger, Frank Senn e Hari Thapa (Nepal-Svizzera, 2009, 95 min.)

MENZIONE SPECIALE
A LA VITA!
di Sandro Gastinelli e Marzia Pellegrino (Italia, 2010, 95 min.)

Edizione 2010

GRAND PRIX XIII CERVINO CINEMOUNTAIN CONSEIL DE LA VALLÉE
OYAN
di Esmaeel Monsef
L’opera affronta il tema doloroso dell’assenza in maniera delicata e complessa, che lascia spazio a molteplici interpretazioni. La parsimonia del dialogo affida il messagio alle immagini pittoriche.
Tra le montagne dell’Iran, una giovane donna aspetta lettere dal marito, prigioniero oltre il confine. Un postino trasporta la posta da un capo all’altro della nazione, fino a che, un giorno, si accorge che le lettere che la donna aspetta con ansia, non sono lettere scritte dal marito.

PREMIO FESTIVAL PER IL MIGLIOR GRAND PRIX DEI FESTIVAL 2009/2010
CARMEN MEETS BORAT
di Mercedes Stelenhoef
Per la testimonianza di come un intervento esterno possa stravolgere la realtà sociale che racconta e per aver ridato realtà e umanità ai protagonisti reali.
Carmen ha diciassette anni e vive in un villaggio zingaro della Romania. La sera, tornata a casa, guarda una soap opera spagnola e davanti allo schermo si immagina un futuro migliore. Ma il suo sogno di adolescente è destinato ad infrangersi quando l’immagine dell’occidente che si è costruita, viene a scontrarsi con la dura realtà. La troupe americana di Borat: Cultural Learnings of America for Make Benefit Glorious Nation of Kazakhstan sceglie proprio il villaggio di Carmen per ricreare una finta ambientazione kazaka, mettendo cosi a dura prova l’equilibrio all’interno del villaggio e prendendosi gioco della buona fede degli abitanti del luogo, dipinti nel film, a loro insaputa, come un popolo di stupidi, stupratori e prostitute. Con questo film la regista si è aggiudicata nel 2009 il Gran Premio Festival della Lessinia.

MENZIONE SPECIALE
HIMALAYA, LE CHEMIN DU CIEL
di Marianne Chaud
Per la delicatezza dell’approccio e per il rispetto nei confronti di una cultura diversa e dei suoi rappresentanti. Questo unito ad un’alta qualità delle immagini e dei suoni, frutto di una grande sensibilità.
Il film, girato tra le montagne aride e possenti dello Zanskar, in India, affronta la questione dei monaci bambini, soffermandosi in particolare sulla vicenda privata di uno di loro, Kenrap, che sin dall’età di cinque anni e stato riconosciuto dalla come reincarnazione di un anziano monaco. Passando in rassegna i gesti quotidiani e i riti dei monaci buddisti del monastero di Phukthal all’interno del quale vive Kenrap, il film offre una preziosa testimonianza sulla vita dei monaci e sulla vitalità di un bambino di otto anni che non si sottrae alle domande e alla telecamera, vivendo con singolare naturalezza la propria duplice condizione di bambino e di vecchio saggio. Il film ha vinto il 58° Premio “Città di Trento”.

PREMIO MONTAGNE PASSION
MOUNT ST. ELIAS
di Gerald Salmina
Per la forza e la tensione con cui coinvolge lo spettatore nell’impresa sportiva e per come esalta la grande determinazione dei protagonisti.
E’ un’avventura folle e ineguagliabile, quella che affrontano i due scialpinisti austriaci Axel Naglich e Peter Ressmann, insieme a Jon Johnston, freerider americano: la discesa con gli sci del Mount St. Elias, in Alaska. 5489 metri di altitudine, per la più lunga discesa mai realizzata prima. Un racconto drammatico attraverso le immagini di un film in cui la montagna diventa teatro di un’impresa tanto pericolosa quanto emozionante, durante la quale i tre uomini protagonisti dovranno fare i conti con le proprie capacità fisiche e mentali e col proprio coraggio, oltre che con un’indispensabile dose di fortuna. Il film ha vinto a febbraio scorso l’edizione 2010 del Festival di Torello.
Gerald Salmina è nato in Austria nel 1965. Dopo una carriera da windsurfer, ha fondato la Planet Watch, una casa di produzione video specializzata in sport estremi, natura e tematiche giovanili. Cuore pulsante dei suoi documentari è sempre l’incontro tra uomo e natura, portato ai suoi limiti più estremi. Tra i suoi ultimi lavori, Light & Shadow (2007), Memento (2006), The red tower (2006) e The cave (2005).

PREMIO “VIE DE MONTAGNE”
OBCINA
di Björn Reinhardt
Per la capacità di capire e rappresentare le numerose problematiche della vita di una comunità, ed in particolare di una famiglia che fa i conti con l’avanzare della modernità.
Obcina e un piccolo villaggio sperduto tra le montagne, che durante l’estate si popola di decine di uomini e donne di etnia rutena. Ogni anno, però, gli abitanti del luogo sono costretti a tornare a valle prima che arrivi l’inverno, per mettersi al riparo dalle difficili condizioni di vita che la stagione fredda porta con sè. Solo la famiglia Cut, tra mille difficoltà, decide di rimanere a Obcina ad affrontare il freddo, l’isolamento e la neve. Una scelta caparbia e pericolosa, che costerà loro grande fatica e sacrificio. Il film ha vinto nel 2009 il Bergfilm Festival di Tegernsee.
Björn Reinhardt nasce nel 1963 a Berlino e inizia a lavorare come assistente alla direzione alla Deutscher Fernsehfunk Berlin. Ha studiato stage design alla Art-High School Berlin Weisensee e nel 1995 ha cominciato a lavorare come regista di documentari per la televisione romena e tedesca. Dal 2002 lavora come regista indipendente a Maramures, in Romania.

PREMIO MONTAGNE TOUTCOURT
ALONE ON THE WALL
di Peter Mortimer e Nick Rosen

Dove un giovane arrampicatore nonostante sia diventato una leggenda riesce a mantenersi semplice e naturale.
Alex Honnold è diventato presto una leggenda, in California, quando appena 23enne ha scelto di affrontare la parete nord-ovest dell’Half Dome in free solo, senza corda. Una delle più maestose formazioni rocciose statunitensi, alta 2700 metri e situata all’interno del celebre Yosemite National Park, per un’impresa senza precedenti. Il film ci accompagna passo dopo passo, insieme al giovane climber americano, nel viaggio dal deserto dello Utah alla parete granitica dell’Half Dome dove Honnold, con determinazione e coraggio, riuscirà a portare a termine brillantemente la sua avventura, segnando così una nuova e storica tappa dell’arrampicata su roccia. Il film ha vinto il Kendal Mountain Festival nel 2009.

PREMIO CLUB ALPINO ITALIANO PER IL MIGLIOR FILM DI ALPINISMO
L’ULTIMA BATTAGLIA DELLE ALPI
di Roberto Cena e Fabio Canepa
Per aver affrontato il delicato tema, raramente documentato, di quella fase della Seconda Guerra Mondiale che nella Valle d’Aosta porta gli italiani a combattere sotto diverse bandiere.
Nei giorni della Liberazione, le Alpi Occidentali sono testimoni di un’ultima aggressione. Nel caos della primavera 1945, infatti, l’Armee francese attacca l’Italia sulle creste alpine, col fine nascosto di annettere la Valle d’Aosta. Ma il piano segreto di De Gaulle rimette in gioco gli ideali dei combattenti italiani. Partigiani e repubblichini si alleano contro l’invasore, prolungando la battaglia oltre la fine della guerra. Il film racconta, dalla prospettiva dei protagonisti, i fatti drammatici ed eccezionali avvenuti su quel fronte di rocce e neve. Riparati all’interno dei bunker di ghiaccio, i soldati dell’una e dell’altra parte imparano a combattere una guerra difficile. E l’avversario più insidioso è la montagna.

PREMIO “ECOMOUNTAIN” ASSESSORATO TERRITORIO E AMBIENTE
SHAMAN TOUR
di Laetitia Merli
Per l’ironia e la leggerezza con la quale viene denunciato il rapporto tra i turisti e gli autoctoni. Questo incontro modifica tradizioni e costumi degli abitanti ed il loro rapporto con il territorio.
La Mongolia è rimasta per molto tempo isolata dai flussi turistici. Con il suo ingresso nella rete dell’economia globale, è diventata oggi una meta molto frequentata da viaggiatori provenienti da tutto il mondo. Il film racconta il rapporto tra i turisti e gli abitanti del luogo, due mondi apparentemente inconciliabili che entrano in contatto tra loro e che l’autrice sceglie di raccontare attraverso il punto di vista di una famiglia di allevatori di renne del nord della Mongolia. Una testimonianza incredibile sulla trasformazione in atto, all’interno di un Paese rimasto per secoli chiuso entro i propri confini.

PREMIO DEL PUBBLICO
CROSSING THE HIMALAYA
di John Murray (Irlanda, 2009, 49 min.)
Ogni anno gli abitanti della zona di confine tra il Tibet e il Nepal sono costretti a lasciare l’alta montagna e ad intraprendere un lungo viaggio attraverso l’Himalaya, per sfuggire alla rigidità dell’inverno e agli stenti, prima che arrivino le grandi nevicate a sorprenderli. Il film racconta la lunga e impegnativa traversata di una famiglia di pastori nomadi e dei loro yak sopra ai tetti del mondo, lungo un tragitto pieno di insidie e di pericoli, nascosti dietro ogni angolo. Un viaggio che, giorno dopo giorno, si rivelerà una lotta contro il tempo che Kharma, il protagonista del film, e i suoi dovranno affrontare prima di raggiungere la meta. Il film ha vinto il Gran Premio Festival di Autrans nel 2009

Edizione 2009

GRAND PRIX DES FESTIVALS
DOLMA DU BOUT DU MONDE
di Véronique, Anne e Erik Lapied, (Francia 2008, 75 min.)
ll quotidiano di Dolma è in un sperduto villaggio dello Zanskar. Suo marito vive
in città e ritorna poche volte a causa della difficoltà del percorso lungo il fiume.
I registi, nel corso di più viaggi, sono riusciti a captare con precisione e pudore
e amicizia le confidenze di questa “femme de bout du monde”.
GRAND PRIX CERVINO CONSEIL DE LA VALLEE
STONE PASTURES
di Donagh Coleman (Regno Unito/Irlanda/Finlandia/Estonia 2008, 62 min.)

Senza alcun artificio né commento né musica, ma facendoci semplicemente
ascoltare le parole della gente, la regista ci permette vedere ma soprattutto di
capire meglio la dura verità di questo coraggioso popolo di Zanskar.

PRIX SPORTSIDE OF THE MOUNTAIN
TEN, A CAMERAMAN’S TALE
di Guido Perrini, (Svizzera 2008, 36 minuti)

Girato in 16mm, questo film ci porta in giro per il mondo seguendo i campioni
del freeride che si esibiscono nelle loro più spettacolari discese, raccontandoci
anche i rischi che sia gli sciatori che i cameraman sono disposti a correre.

PRIX ECO MOUNTAIN
Prezzemolo, sensa pile sensa curént elètrica
di Sandro Gastinelli e
Marzia Pellegrino, Italia 2008, 52 minuti
Nell’epoca dell’hi-tech, Prezzemolo offre un’alternativa al commercio di giochi
elettronici con le invenzioni di giochi artigianali fabbricati a partire da oggetti di
recupero. Si tratta di personaggi animati creati dalla sua immaginazione. Il
regista ci porta nel mondo di Prezzemolo attraverso un montaggio che alterna
il suo viaggio verso un santuario e la presentazione delle sue invenzioni che
funzionano senza pile e senza corrente. Queste verranno presto esposte
all’ecomuseo in provincia di Cuneo.
PREMIO CLUB ALPINO ITALIANO PER IL MIGLIOR FILM DI ALPINISMO
TO THE THIRD POLE
di Andreas Nickel e Jürgen Czwienk, (Germania 2007, 86 minuti)

Due generazioni di alpinisti dedicano la loro vita alle montagne più alte del
mondo, passando attraverso le difficoltà di periodi storici come il nazismo e le
due guerre mondiali.
I registi hanno mostrato una grande precisione nella scelta delle immagini di
archivio, cosi come nelle interviste e nella testimonianza del protagonista
Norman Dyhrenfurth.

PREMIO VIE DE MONTAGNE
SUR LA PISTE DU RENNE BLANC
di Hamid Sardar, (Francia 2008, 55 minuti)

Quizol arriverà a catturare la renna bianca e a donarla al padre di Solongo al
fine di poter sposare la giovane ? Hamid Sardar, antropologo, specialista della
Mongolia, ha scelto una semi-fiction per descriverci con precisione la vita di
questi nomadi allevatori di renne della Tundra.

PREMIO MONTAGNE PASSION
ARIA
di Davide Carrari, Italia 2008, 29 minuti
Per la bellezza delle sue immagini, per un uso originale della camera in
soggettiva, questo film affronta con rigore e poesia un momento privilegiato di
due amici arrampicatori che ci fanno condividere la loro passione ed il loro
piacere di vivere in aria.

PRIX SPECIAL DU JURY
GROZNY DREAMING
di Mario Casella e Fulvio Mariani, (Svizzera 2008, 95minuti)
Per le sue qualità cinematografiche e umane, questo film è un esempio, mostra
come il cinema può contribuire ad un riavvicinamento tra i popoli. Anche se
questo non è che una piccola goccia d’acqua, non bisogna dimenticare che gli
oceani sono fatti di gocce d’acqua.

MENZIONE SPECIALE
KARL
di Valeria Allievi, (Italia 2009, 55 minuti)
La giuria ha deciso di attribuire una menzione speciale al film “Karl”.
ll film tratteggia l’eccezionale ascesa nel gotha dell’alpinismo di Karl
Unterkircher, uno dei più grandi himalaisti italiani prematuramente scomparso
nel luglio 2008 sul Nanga Parbat.
Con assenza di retorica e grande delicatezza il film rende possibile anche ai
profani la comprensione di una passione così forte.

EDIZIONI PRECEDENTI

2008
Grand Prix Cervino CineMountain: Berhault di Gilles Chappaz e Raphael Lassablière (Francia)
Premio Festival per il miglior Grand Prix dei Festival 2007/2008: Asiemut di Olivier Higgins e Mélanie Carrier (Canada)
Premio Montagne Passion: La Montagne Perdue di Christian Deleau (Francia)
Premio Vie de Montagne: Vies d’Alpages di Frédéric Deret (Francia)
Premio Cortometraggio: La Ossa di Gérard Sinfreu (Spagna)
Premio SportSide of the Mountain/Scuola di sci del Cervino: Wings on their feet di Fulvio Mariani (Svizzera)
Premio Speciale della Giuria/Club Amici del Cervino: Becoming a Woman in Zanskar di Jean-Michel Corillion (Francia)
Premio Miglior Film di Alpinismo: Berhault di Gilles Chappaz e Raphael Lassablière (Francia)
Premio del Pubblico: La Montagne en Face di Bruno Peyronnet (Francia)

2007
Categoria Lungometraggi: Quando i bambini giocano in cielo di Lorenzo Hendel (Italia/Danimarca/Regno Unito/Islanda)
Categoria Gran Premi: Primavera in Kurdistan di Stefano Savona (Italia)
Categoria Documentari: Coast to Coast – A Piece of my Heart di Olivier Aubert e Mike Blyth (Svizzera/Sudafrica)
Premio del Club Alpino Italiano per il miglior film di alpinismo: Rubare metri al cielo di Enrico Verra (Italia)
Premio Speciale della Giuria: L’isola deserta dei carbonai di Andrea Fenoglio (Italia)

2006
Categoria Gran Premi: Conflict Tiger di Sasha Snow (Regno Unito)
Categoria Documentari: La haute route di Pierre-Antoine Hiroz (Svizzera)
Premio Speciale della Giuria per il miglior film di alpinismo: L’abisso di Alessandro Anderloni (Italia)
Menzioni speciali: Alè Bigia alè di Ugo Slomp (Italia), Aoraki Ski Mountaineering di Gerald Salmina (Austria) e Fatima’s Hand di Jens Hoffmann (Germania)

2004
Categoria Lungometraggi: Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera di Kim Ki-duk (Corea del Sud)
Categoria Gran Premi: Charles, Edouard, ou le temps suspendu di Bernard Boyer (Francia)
Categoria Documentari: The Race di Uli Wiesmeier (Germania)
2º Premio: Sahara-Das versunkene Paradies di Michael Schlamberger (Austria)
Premio Speciale della Giuria per il miglior film di alpinismo: Eiger Nordwand – Auf den Spuren der Erstbesteiger di Frank Senn e Thomas Ulrich (Svizzera)

2003
Categoria Lungometraggi: Alexei to izumi di Seiichi Motohashi (Giappone)
Categoria Gran Premi: Hire Himalaya di Alberto Iñurrategi (Spagna)
Categoria Documentari: Les naufragés du Mont Blanc di Denis Ducroz (Francia)
2º Premio: Flucht über den Himalaya di Marie Blumencron (Germania)
Menzione: Off the Rails di Richard Dennison e James Heyward (Nuova Zelanda/Australia)
Premio Speciale della Giuria per il miglior film di alpinismo: Non la vogliono capire… Cerro Torre di Christoph Frutiger, Christine Kopp e Thomas Ulrich (Svizzera)

2002
Categoria Lungometraggi: Avazhayé Sarzaminé Madariyam di Bahman Ghobadi (Iran)
Categoria Gran Premi: Mustang di Pavol Barabás (Slovacchia)
Premio al Miglior Documentario: Beserk in the Antarctic di Kaare Skard (Norvegia/Danimarca)
2º Premio: Eldorado di ghiaccio di Adriano Zecca (Svizzera)
Premio al miglior film d’alpinismo: La cordée de rêve di Gilles Chappaz (Francia)

2001
Categoria Lungometraggi: I nostri anni di Daniele Gaglianone (Italia) ex aequo Il tempo dei cavalli ubriachi di Bahman Ghobadi (Iran)
Categoria Gran Premi: I cavalieri delle vertigini di G. Cenacchi, F. Mariani e G. Quarti (Svizzera)
Menzione speciale della Giuria: Mysterious Mamberano di Pavol Barabás (Slovacchia)
Categoria Documentari: Trois frères pour une vie di Gilles Perret (Francia)
2º Premio: Rabbit sitting on the fence di Evgeny Kotlov (Kirghizistan)
Menzione speciale della Giuria: K2 Il grande sogno di Carlo Rossi (Italia)
Premio speciale della Giuria per il miglior film di alpinismo: Finis terrae di Fulvio Mariani (Italia)

2000
Premio Alp/Cervino: Vision Man di William Long (Svezia)
Premio Plateau Rosà: Mountain Rivals di Rob Harrison-White (Sudafrica) e Mari, monti e… gettoni d’oro di Sandro Gastinelli (Italia)
Premio Speciale: Annapurna, histoire d’une légende di Bernard George (Francia)

1999
Premio Alp/Cervino: Windhorse di Paul Wagner (USA/Nepal)
Premio Plateau Rosà: Adiu Monde di Sandra Kogut (Francia)

1998
Premio Alp/Cervino: L’Echo du Tien Shan di K-Soul Cherix (Svizzera)
Premio Plateau Rosà: Légende des Tropiques di Remy Tezier (Francia)
segnalati: Shimshal di Wilfried Bof (Francia) e The Fatal Game di Richard Denison (Nuova Zelanda)

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